Il silenzio degli incoscienti

Life-of-Pix-free-stock-photos-landscape-clouds-mountain-dreamy-pixel“Tesoro”, disse presa dall’emozione, “questo è il paradiso!”
All’agenzia non avevano mentito: doveva essere il luogo più pacifico del mondo. Una casetta in cima ad un colle, alle spalle l’abbraccio dei monti, il paesello duecento metri più in basso. Dopo un anno di stress volevano solo silenzio, passeggiate, riposo. Li avrebbero avuti.
Almeno, se la mandria di mosche che li molestava gli avesse concesso pace. Continua a leggere…

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Cosa devo fare?

Una luce dall'alto...Un uomo di buona famiglia maturò sin dall’infanzia due profonde convinzioni: che le sue qualità intellettuali e morali lo avrebbero portato un giorno a rendere migliore il mondo intero; e che Dio in persona gli avrebbe suggerito, al momento opportuno, in quale modo farlo.

Per scelta ed educazione, visse in modo ineccepibile ma senza slanci. Studiò nelle migliori scuole con ottimi risultati, partecipò ad occasionali iniziative umanitarie e, divenuto adulto, amministrò equamente il patrimonio ereditato. Ogni mattina ed ogni sera pregava: Signore, cosa devo fare? Devo avviare un’impresa? Devo andare missionario nel terzo mondo?Continua a leggere…

La Tassa sulla Casa

governmentUn giorno, il premier del paese di L’Ontania andò in TV per dire: cancelleremo l’odiata tassa sulla casa. La gente ne fu lieta, e quell’anno effettivamente non la pagò.
Il governo non riuscì però, al di là delle proprie doti comunicative, a tenere in equilibrio i conti, e cadde presto.
Arrivò un nuovo premier, che affermò: la tassa sulla casa è giusta e necessaria, fu follia eliminarla. La gente la pagò mugugnando, che oltre tutto il suo costo era stato accresciuto. Il governo di quel premier poco amato ebbe vita breve, e la faccenda si riaprì.

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Annunci d’amor troppo

uomo che legge il giornale

Scapolo, belloccio e con qualche fortuna, Venanzio visse a lungo dedicandosi solo alle sue passioni: le feste e le donne. Dalla prima giovinezza in avanti, ebbe a conoscerne molte, ma le cose mutarono drasticamente quando fu sulla soglia dei sessanta. Anni di indolenze l’avevano reso flaccido nell’aspetto ed insignificante in tutto il resto: nessuno lo cercava più. In verità, non pativa neanche troppo la sua improvvisa solitudine. Ma le donne, quelle sì che mancavano.
Pensò così, un po’ a disagio, di rivolgersi ad una professionista.

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Folti baffi e occhi ingenui

Trovarono facilmente il cartello: “Cimitero Austro-Ungarico”. La freccia indicava un sentiero sterrato che saliva lungo il costone della montagna, a ridosso del paesino. Tutt’intorno, la meraviglia delle Alpi.
Lo percorsero godendo dell’aria fresca e del silenzio mite. Senza saperlo, si stavano preparavano.
“Papà, è un cimitero vecchio quello che andiamo a vedere?”
“Sì, ha quasi cento anni”
“Ci sono i cannoni?”
“Non lo so, gioia”.

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Diavolo d’un piccione

Stanco del cielo azzurro, il piccione in volo approfittò di una porta aperta ed entrò nella grande costruzione dalle forme curve che tanto lo incuriosiva.

Si trovò in uno spazio immenso ma senza vie di fuga. La volta altissima era affrescata con immagini di persone dalla testa inanellata. Al centro, gli parve di vedere un parente, ma no, era solo una grande colomba bianca.
Sebbene dal basso provenissero gradevoli melodie di voci intessute, si stancò presto dell’esplorazione. Si sentiva a disagio: non vedeva più l’apertura da cui era entrato. E poi, gli uomini e donne canuti che stavano sotto di lui, ne avevano notato la presenza.

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Gli Spietati

Guardava serio lo schermo in fondo all’ufficio, le mascelle serrate sul grosso sigaro. La folla che festeggiava ed un gongolante ministro in t-shirt lasciavano pochi dubbi: il piano non stava procedendo bene.
“Il capo è al telefono” disse la segretaria all’interfono.
“Non ora, Venus. Trova una scusa”.
“È isterico… Meglio rispondere”.
Rimirò gli stivali incrociati sopra la scrivania, deglutì.
“Passamelo.”Continua a leggere…

Piange il telefono

Quando venne il suo turno, l’anziana si precipitò infuriata allo sportello. “Accidenti a voi e al tempo che mi fate perdere! Sono venuta l’altra settimana, ho fatto tutti i documenti e ora la signorina al telefono dice che manca la carta d’identità! Così si tratta la gente? Non è…”

“Calma signora! Non so di cosa parla!” rispose duro l’impiegato, scosso dall’inattesa aggressività.

Capì con fatica che la donna voleva farsi intestare una scheda telefonica, ma qualcosa era andato storto con la procedura.Continua a leggere…