Folti baffi e occhi ingenui

Trovarono facilmente il cartello: “Cimitero Austro-Ungarico”. La freccia indicava un sentiero sterrato che saliva lungo il costone della montagna, a ridosso del paesino. Tutt’intorno, la meraviglia delle Alpi.
Lo percorsero godendo dell’aria fresca e del silenzio mite. Senza saperlo, si stavano preparavano.
“Papà, è un cimitero vecchio quello che andiamo a vedere?”
“Sì, ha quasi cento anni”
“Ci sono i cannoni?”
“Non lo so, gioia”.

Dopo un piccolo tornante videro la stele, e poi l’antica chiesetta attorno a cui riposavano le spoglie degli asburgici. Il panorama li stupì, non si vedevano sentieri o lapidi, solo un prato tenuto bene, e umili fiori di campo. Si chiesero se fosse il posto giusto.
“Vieni a vedere”, disse al marito la donna che stava costeggiando le mura della chiesetta. C’era una parete semi nascosta, tappezzata di nomi e foto.
I soldati erano seppelliti ovunque, sotto il prato che avevano calpestato. L’uomo accusò una specie di senso di colpa. Per stemperarlo, fissò una delle fotografie appese. Erano tutte piene di giovanotti in divisa dallo sguardo orgoglioso. Uno di loro lo colpì: aveva folti baffi e due occhi chiari pieni di ingenuità. Gli ricordò suo figlio, che forse non era tanto più piccolo di quel ragazzo, quando fu chiamato alle armi. Il gelo che lo prese dilatò i sensi: sentì i raggi di luce filtrati dagli alberi, il suono del vento tra i fili d’erba. E dalle profondità più remote una domanda flebile e inattesa, rimarcata da due occhi non più innocenti, ma straziati per una risposta.
“Perché?”
Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...