La Tassa sulla Casa

governmentUn giorno, il premier del paese di L’Ontania andò in TV per dire: cancelleremo l’odiata tassa sulla casa. La gente ne fu lieta, e quell’anno effettivamente non la pagò.
Il governo non riuscì però, al di là delle proprie doti comunicative, a tenere in equilibrio i conti, e cadde presto.
Arrivò un nuovo premier, che affermò: la tassa sulla casa è giusta e necessaria, fu follia eliminarla. La gente la pagò mugugnando, che oltre tutto il suo costo era stato accresciuto. Il governo di quel premier poco amato ebbe vita breve, e la faccenda si riaprì.

Fu la volta di un presidente mite all’apparenza. Disse: non è giusto che venga tassato chi possiede la sola casa in cui vive. Tutti furono nuovamente felici. La vecchia tassa, dopo averla debitamente gonfiata, rimase in vigore per i soli proprietari di più case. Per gli altri fu annullata, salvo inventarne una con diverso nome, che a conti fatti costava il doppio della precedente.
Lo scaltro premier fu estromesso da un leader giovane e arrembante, che al momento buono affermò: basta tasse sulla prima casa!
Anche i più sciocchi furono a quel punto diffidenti. Con buona ragione: a fronte dell’eliminazione di una tassa, molte altre furono aumentate in modo insostenibile.
Vi fu poi un lungo intermezzo di povertà crescente. Numerosi cittadini non poterono più sopportare il peso dello Stato. Finché un nuovo premier non arrivò dicendo: a tutti coloro che non hanno pagato le tasse sulla casa, la casa sarà tolta.
Dopo tanto tempo, la gente conobbe così un politico che diceva la verità.
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