“Sua figlia ed i nipoti sono venuti a trovarla, contento?”
Il vecchio si muoveva con fatica tra i corridoi del ricovero, e non sapeva cosa pensare. Chiaro, era contento della visita, ovvio l’affetto per i cari, ma negli ultimi tempi mancava un po’ di reciproca comprensione.
Dopo i saluti e le domande di rito cadde il silenzio. I nipoti adolescenti, annoiati, muovevano le dita su una luminescenza che traspariva dall’avambraccio sinistro.
“E’ un tatuaggio fosforescente?” chiese il vecchio. I ragazzi ridacchiarono, la madre li fulminò con lo sguardo.
“No nonno, è il nuovo modello di Skin Power”.
Continuava a non capire.
“Papà, te ne avevo parlato, ricordi? E’ un microchip che ti mettono sotto pelle e che permette di fare un sacco di cose”.
Il vecchio pensò di aver afferrato. “Una specie di smartphone direttamente nel braccio?”
La nipote, spazientita: “Molto meglio, nonno! Questo si collega al sistema nervoso: hai più memoria, entri in Internet col pensiero, hai il GPS in testa così sai dove sei senza guardare cartine…”
“Ed io so dove sono LORO” aggiunse la madre, indicando il proprio display sottocutaneo.
Il nonno ebbe un lampo di terrore: “Ma vi hanno obbligati, a metterli?”
Lo guardarono stupiti, poi risero tutti. “Magari, con quello che costano!”
“Scusate,” aggiunse il vecchio “così c’è sempre qualcuno che sa dove siete e cosa pensate, non vi fa paura?”.
Gli sguardi ora erano compassionevoli. Mentre la figlia lo carezzava, la nipote si allungò verso l’orecchio del fratello: “Il nonno è proprio andato, poveretto.”