L’involto delle vanità

Una signora sussiegosaLa signora entrò in gastronomia, sussiegosa come d’abitudine. Attese in silenzio il proprio turno, immersa in chissà quali pensieri.
“Signora carissima! Cosa le dò oggi?”
“Un etto di prosciutto cotto. Scarso, mi raccomando.”
“E allora, come sta la figliola? Ho sentito che ha trovato lavoro.”
“Vero. Dopo la laurea non sono mancate le offerte, ma ci va un po’ per avere un buon posto. Alla fine è arrivato.”
Era la prima volta che parlava della laurea di sua figlia, quel giorno.Continua a leggere…

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Funerale Felliniano

il maestro e GiuliettaIl maestro si alzò di ottimo umore. Indossata la vestaglia, raggiunse la moglie in terrazzo.
“Giulietta amore mio, la notte mi ha portato l’idea per una grande scena. Vuoi sentire?”
Lei abbassò il caffé e lo guardò incuriosita. Nell’aria, profumo di cavalloni e salsedine.

“S’inizia con l’inquadratura di una piazza in un quartiere popolare di Roma. C’è una gran folla che si accalca sul sagrato della chiesa dove sta per arrivare un corteo funebre. Passano macchinoni carichi di corone, poi si vede una carrozza trainata da sei coppie di cavalli bianchi…” Continua a leggere…

Rinata dalle acque

Nata dalle acqueAd un tratto non capisco più niente, ricordo solo ansia acqua occhi che bruciano terrore ti prego Gesù non farmi affogare. Visi che mi guardano dalla battigia: vi scongiuro, aiuto, subito.
Dal cielo arriva un salvagente, cade a due metri. Mi muovo scomposta, lo tocco, mi avvinghio e piango. Spezzata, felice, viva. Poi non ricordo più nulla.

Lo scopro solo il giorno dopo: l’uomo che mi ha tirato il salvagente è morto. L’articolo recita duro: chi è stato salvato non ha detto nemmeno grazie.
E’ vero.Continua a leggere…

Ospite al buio

DarknessLa sera si stava seduti fuori, ai tavoli di plastica che davano sul parcheggio della piazzetta. Non c’era molta scelta, o guardavi la gente che passava o giocavi col telefono, e Amir non ne aveva uno. L’albergo era al buio: forse, per pagare la bolletta dell’elettricità, al padrone non bastavano i trenta euro al giorno che lo stato pagava per ogni immigrato. Se di notte ti scappava, andavi a tentoni o te la facevi addosso.

Un’utilitaria parcheggiò proprio lì davanti.Continua a leggere…

La password del suo Amore

send a letterSi innamorò di lei senza mai averla vista, romantico moderno che di antico aveva però la passione per le parole.
Seguiva il suo blog già da un po’, era originale e spiritoso, quando una frase buttata lì quasi per caso sollevò a sorpresa uno tsunami di emozione.
“Se l’amore è dover sorbire lui che sbraita dietro a una palla in TV, meglio niente, grazie.”
C’era qualcosa di non detto, in cui si ritrovò come avesse udito un proprio pensiero uscire dalla bocca di un altro.Continua a leggere…

Caffé amaro (grazie)

kaboompics.com_Professional coffee machine restaurant (800x533)Voleva che non gli rompessero le scatole, perciò si era rintanato in un bar defilato e lontano.
L’umore era scuro come al solito, circonfuso di quell’aggressività che lui chiamava istinto di sopravvivenza, ma riuscì comunque a ordinare un caffè alla graziosa commessa senza risultare brutale.
In quell’esatto istante entrò nel locale un collega, inatteso, sgraditissimo. Continua a leggere…

Amici veri

le mani degli amiciCerti giorni si sentiva un verme, ma era solo per un attimo: il senso di colpa montato su come un boccone mal digerito si dissolveva nella consapevolezza di non aver mai agito in cattiva fede o per egoismo. Pure, il disagio permaneva. Non poteva farci nulla, e forse non era neppure un male, ma a volte i suoi amici gli mancavano come l’aria.Continua a leggere…