Sospeso sul burrone

sul burroneSi svegliò di soprassalto nel cuore della notte. Era nudo ed ancora avvinghiato a lei. Buttò di sbieco un occhio alla borsa nera ed al clergyman poggiato frettolosamente sulla sedia.
Il sonno era perso. Non per colpa del rimorso – che sorpresa scoprire di non provarne – ma di un altro pressante pensiero.Continua a leggere…

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In malattia

InMalattiaNel bruciare degli occhi secchi, era come se il tempo si fosse fermato per prolungare il dolore oltre ogni giustizia e decenza; ed insieme il tempo era turbinio d’aria e percezione, un vortice violento che gli impediva di trovare un punto fermo attorno o dentro di sé, e lo faceva impazzire, e gli dava la nausea.

Dottore, per quanto ne avrò?, chiese implorante all’asettico medico di famiglia.
Deve avere pazienza, in due o tre settimane magari ne usciamo.
Due o tre settimane, magari. Una distanza impossibile per un uomo solo, carico di responsabilità e di impegni in un’azienda che gli dava molto ma gli chiedeva di più.Continua a leggere…

Dalle stalle alle stelle

addetto alle pulizieDopo l’ennesima stupidaggine lo avevano licenziato, così si era messo di buona lena a cercare un nuovo impiego – ne aveva bisogno, ma soprattutto non sopportava i continui rimbrotti della moglie.
Trovatosi in alcune circostanze originali, che in seguito raccontò nei modi più disparati, fu assunto di lì a poco come addetto alle pulizie presso la residenza di due signori che riteneva nobili tedeschi, o qualcosa del genere.Continua a leggere…

Not(t)e di un insonne

Il tempo, di notteOre undici e cinque. Da bravo, stasera vado a letto presto. Niente caffè e niente tv, a tenermi compagnia fin qui ci ha pensato un buon libro. Ho fatto tutto quel che potevo fare, ho davvero bisogno di riposare.

Ore una e trentaquattro. Gli occhi chiusi non fermano l’immagine dei numeri, proiettati dalla sveglia sul soffitto e nella mia mente. I pensieri si rincorrono accelerando, non riesco a placarli. Non un alito di pace ad attenuare la stanchezza che brucia.Continua a leggere…

Al bar delle russe

Matryoshka (850x681)Con fare cospirativo, il tizio esile ed occhialuto disse al conoscente brizzolato: oggi ti faccio assaggiare il caffè in un posto nuovo.
Ok, ti accompagno ma non lo prendo, rispose l’altro, incuriosito da tanto fervore.
Camminarono per trecento metri e si trovarono di fronte ad un bar squallidissimo.
Sarebbe questo? L’occhialuto annui, entusiasta.Continua a leggere…

Che figo il Museo Egizio!

UshabtiE niente, eravamo lì che ci facevamo un giro al Museo Egizio e c’era un casino di gente. Sono andato col mio amico che ha fatto l’università che è fissato co’ ‘ste cose degli egiziani, comunque era figo, c’era un sacco di statue di mummie e altre robe così.
Comunque le bare erano la cosa più figa di tutte. No, aspe’, com’è che si chiamavano… no bare, sarcofaghi, sarcofagi mi pare, boh. Erano grossissime co’ le facce dei faraoni disegnate sopra, tutte colorate. Troppo belle oh, come nei cartoni.
Poi il mio amico mi ha detto ‘na roba che mi ha fatto abbastanza ridere, co’ tutto il rispetto pe’ gli egiziani e i morti, si capisce.Continua a leggere…

Un Toni qualunque

Colori del mercato“Uhè signo’ ciao, buonciorn’!”
Rita si voltò, sorpresa dal richiamo inatteso, e vide il palmo alzato della mano di uno sconosciuto che passava.
Rimase a fissarlo per qualche secondo, mentre quello la superava e rivolgeva nuovi sgangherati saluti ai passanti che man mano incrociava lungo la via.
Nessuno lo conosceva, e il suo aspetto trasandato non invogliava certo a farlo: era grassoccio, malvestito, calvo e gli mancava un incisivo. Ma i suoi muscoli facciali sembravano rispondere direttamente al cuore.Continua a leggere…

Strani(eri) Eroi

Skyline NapoliAnatoly è morto, si è fatto uccidere tentando inutilmente di sventare una rapina. Lo piange la famiglia, lo piange la comunità, l’Italia, il mondo intero. Un eroe, un santo, un esempio per tutti noi.
Questo ed altro diceva donna Rosa davanti alla telecamera di tele Partenopea che la riprendeva in lacrime, a poca distanza dal supermercato ancora lordo di sangue. Ma nel retrocranio della signora un concetto gridava potente, mettendo a rischio la credibilità del melodramma.
“Però, ‘stu guaglio’ si l’è cercàt”.Continua a leggere…