Un Toni qualunque

Colori del mercato“Uhè signo’ ciao, buonciorn’!”
Rita si voltò, sorpresa dal richiamo inatteso, e vide il palmo alzato della mano di uno sconosciuto che passava.
Rimase a fissarlo per qualche secondo, mentre quello la superava e rivolgeva nuovi sgangherati saluti ai passanti che man mano incrociava lungo la via.
Nessuno lo conosceva, e il suo aspetto trasandato non invogliava certo a farlo: era grassoccio, malvestito, calvo e gli mancava un incisivo. Ma i suoi muscoli facciali sembravano rispondere direttamente al cuore.

Da quel giorno, fu presenza costante al martedì e al sabato mattina, quando i banchetti del mercato rionale si ricompattavano. Passava salutando allegro e generoso, finché qualcuno non iniziò a rispondergli ed a chiacchierarci. Si chiamava Toni ed era a riposo dal lavoro per certi problemi di salute.
La sua bonarietà contagiò presto molti degli avventori abituali: persone che per anni si erano ignorate, presero a guardarsi, a parlarsi. Nacquero amicizie, gruppi, amori impensabili.

Ma non tutti apprezzavano. Rita ad esempio trovava Toni invadente e volgare. A lungo lo evitò, ostentando un’indifferenza seccata e un po’ snob. Poi un giorno, stufa dell’ennesimo sconfinamento, sbottò.
“Vuole smetterla di dar fastidio? Io non la conosco e non voglio conoscerla! Perché non mi lascia in pace una buona volta? Cosa crede di ottenere?!”
Contro ogni aspettativa, la risposta di Toni fu un sorriso ancora più ampio e non meno sincero.
“Signo’, io vogghio fare ‘a rivoluzione!”
E presa un’arancia dalla borsa, gliela porse a mo’ di omaggio.

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