Un fatto di inaccettabile gravità

Testingiu– Questa volta hai passato il segno, alla professoressa Bori è quasi venuto un infarto. Ti do l’ultima possibilità per spiegare cos’è successo.
La faccia del preside era rossa e pulsante, carica di rabbia assassina. Benché non fosse tipo da lasciarsi impressionare facilmente, in quel momento lo studente ebbe timore che delle conseguenze potessero esserci davvero, ed anche pesanti.

– Non ho fatto niente, ho solo mostrato una cosa che ho costruito a casa.
– Vedo che non vuoi collaborare. Peggio per te.
– Ma è la verità, lo giuro!
Le mani sbattute sul tavolo, le grida.
– VORRESTI DARMI A BERE DI AVER INVENTATO UNA MACCHINA CHE INVERTE LA GRAVITA’? MI CREDI UN DEFICIENTE?Continua a leggere…

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Un tenue sorriso

Il miliziano teneva il mitra rigidamente puntato alla fronte della suora. Ad un passo dall’esecuzione, la donna ancora non voleva stare al copione.

– Sto per ammazzarti vecchia schifosa. Non hai capito che devi avere paura?

Strano, non sembrava una stupida. Forse cercava di suscitare compassione. Che tentativo patetico.
O forse, quella donna capiva, ed il suo sguardo sereno e triste diceva davvero che lei non aveva paura.Continua a leggere…

Apatico Bar

SguardOpacoAttorno a sé non vedeva facce, solo maschere spente e vuote. Alcuni giorni andava meglio, c’erano gli alti e i bassi, ma in generale sentiva di non sapersi più connettere al resto del genere umano.
Prima del lavoro si fermò a fare colazione al bar. Cappuccio e cornetto, aveva sempre scelto quell’accoppiata e sebbene non ne andasse matto non c’erano nemmeno ragioni evidenti per cambiare, che tanto nessuna delle alternative gli appariva interessante.
Scorse un giornale, si parlava ancora di terrorismo. Lesse distrattamente che anche la sua città era a rischio. Si accese un campanello d’allarme: non per l’informazione, ma per la mancata reazione interiore. La cosa non lo sfiorava, come non lo riguardasse.Continua a leggere…

Sprazzi di “Non avrete il mio Odio” (da “La Stampa”)

Antoine LeirisGramellini riporta oggi le parole del signor Antoine Leiris, la cui moglie è stata uccisa al Bataclan. Volevo scrivere una storia a tema, ma per una volta preferisco passare la mano all’altrui consapevolezza, molto più profonda della mia.

«Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa.Continua a leggere…

Concertwitting

I love rocknrollEra impallinato con Twitter, e gli era venuta un’idea che avrebbe cambiato l’industria musicale – ne era convinto.
Così l’impresario organizzò un concerto mai visto: nello spazio di quattro campi di calcio furono montati venti palchi, sui quali avrebbero suonato altrettante band, contemporaneamente. Al centro della spianata, un mixer intelligente avrebbe assegnato a ciascun gruppo quattordici secondi di spazio musicale. Uno che suona e diciannove silenziati, così, in modo casuale. I nomi noti rifiutarono, ma agli emergenti parve una chance per entrare nella storia.Continua a leggere…

La risposta che mancava

Scrivere una letteraQuando era giovane, aveva tentato di conquistarla a furia di lettere. Le vergava con grafia sgraziata ma passione irripetibile, rimpinzandole di introspezione e poesia.
Non fece mai breccia nel cuore della ragazza, che però seppe cogliere il fascino delle sue parole: il fuoco che ne scaturiva le accese il desiderio di risposte altrettanto potenti. Un po’ per sfida, un po’ per affetto, ne venne una corrispondenza stupenda. Poi si persero di vista, dietro ai mille rivoli della vita.
Fino al giorno in cui Gervasio, insegnante di lettere precario, rivide Clotilde in sala insegnanti.Continua a leggere…

La domanda inattesa

domandinaPasta scolata, condita e messa nel piatto.
Giusto in tempo per soccorrere gli spinaci quasi incollati alla padella e buttare un occhio alla cotoletta e all’orologio, sempre troppo avanti nella percezione dei miseri inseguitori quotidiani.
Tra le richieste di acqua tovagliolo cartoni animati, arriva con infantile nonchalance il colpo a sorpresa: Mamma, chi è Dio?
Gli spinaci sfrigolano, i nervi pure.
Ascolti la tua voce rispondere seccata: Il capo di tutto, mentre armeggi con un manico a rischio ustione.
E subito ti penti e ti senti una disonesta, una bugiarda.Continua a leggere…

La caduta di un Angelo

Mourning_angelI due angeli posarono sul tetto di un palazzo di periferia. Era il punto più profondo della notte, spirava un silenzio fitto.
Dunque, hai deciso – disse Michele al suo sottoposto ed amico amatissimo.
L’altro non proferì suono, il suo sguardo pieno di determinazione e desiderio.
Ma perché – sbottò infine l’Arcangelo, con un tono spezzato che ad un uomo sarebbe parso prossimo alle lacrime – cosa ti manca? Hai più di chiunque: solo tu puoi apparire ai viventi come fossi uno di loro. Ripieghi le ali ed ecco, cammini, parli, tocchi. Perché rinunciare a quel che sei? Perché rischiare di perdere l’anima nella sozzura umana?Continua a leggere…