Pasta scolata, condita e messa nel piatto.
Giusto in tempo per soccorrere gli spinaci quasi incollati alla padella e buttare un occhio alla cotoletta e all’orologio, sempre troppo avanti nella percezione dei miseri inseguitori quotidiani.
Tra le richieste di acqua tovagliolo cartoni animati, arriva con infantile nonchalance il colpo a sorpresa: Mamma, chi è Dio?
Gli spinaci sfrigolano, i nervi pure.
Ascolti la tua voce rispondere seccata: Il capo di tutto, mentre armeggi con un manico a rischio ustione.
E subito ti penti e ti senti una disonesta, una bugiarda.
Perchè, con una paletta a mezz’aria e una fitta nel cuore, ripensi alle frasi precotte di secoli sciolte in un istante dalle tue lacrime, a quell’Omnipotens vergato sul marmo sull’oro e l’argento che diventava beffa cattiva, e i papiri teologici e filosofici come bugiardini troppo dettagliati e poco convincenti, modi d’uso e posologie per affrontare la vita.
Ti siedi e respiri, meglio mandare a monte la cena che la vita di tuo figlio.
Da che parte comincio?
Mi schiarisco la voce e attacco: Senti, Nano, mi sono sbagliata: ti ho detto che Dio è il capo di tutto, ma secondo me in pratica non è vero…
Lui continua a inforchettare fusilli senza scomporsi e prosegue: Sì, mamma, lo so…se Dio fosse il capo tutti starebbero sempre bene e tutti i miei tiri in porta sarebbero dei goal… acqua, per favore.
Rimani muta e felicemente vinta a chiederti da dove venga la sapienza di una voce bambina, quell’anima che hai tenuto nel grembo e che è più antica di te.
Maieuo
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Non saprei. È un mistero ricoperto di tenerezza buffa
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