La signora, incurante del formicaio natalizio che le brulicava attorno, si era fermata davanti allo scaffale e valutava con attenzione le borse esposte. Ogni tanto allungava la mano quasi con timidezza, accarezzando la superficie lucida o morbida, incantata dalla lucentezza delle fibbie come un bimbo davanti all’albero di Natale.
La raggiunse una commessa.
Ha deciso, signora? Posso darle una mano?
La signora volse lo sguardo trasognata, la voce l’aveva riportata a terra.
Sì, ecco… sono indecisa… dunque, vede: questa mi sembra più adatta per tutti i giorni, quest’altra però è così bella…
Beh, sì certo, questa è più pratica, l’altra meno, però è veramente graziosa, ne abbiamo vendute tante sa?, se è un regalo io gliela suggerisco senz’altro, vedrà che farà felice chi la riceve – la commessa parlava rapidamente, recitando un copione trito.
Sì, sarà felice senz’altro! – disse la signora, avviandosi al bancone con gli occhi scintillanti.
Mentre la commessa già armeggiava con nastri e scotch, la donna proseguì:
È più di un mese che la guardo in vetrina, passando di qui, mi piace tanto…
La ragazza si fermò e la fissò: Ah, ma è per lei? Non avevo capito, scusi, allora non la incarto…
No, no, la incarti, per favore! Un bel pacchetto, col nastro lungo… la metto sotto l’albero e me la apro a Natale! È l’unico regalo, sa… mi piace tanto aprire i pacchetti… – aggiunse con le guance che si imporporavano e un sorriso birichino da bambina.