Si accorse stupita che una cortina invisibile era calata tra lei ed il Natale che aveva sempre conosciuto.
Quell’atmosfera rassicurante, cara come una vecchia amica, ogni anno le regalava il suo abbraccio; ora, invece, non riusciva a permearle lo spirito, pur palesandosi dinanzi allo sguardo, a volte persino con invadenza.
Altri pensieri si agitavano dentro di lei, insieme ad un piccolo bolo vivo di carne e di mistero, un natale atteso nove mesi e ormai prossimo.
Ogni tanto sguardi e parole bucavano la cortina: “Ma l’ha fatto apposta?”, chiedeva una commessa mentre le impacchettava gli ultimi regali; “Cosa ci fai ancora qui?”, ripetevano le voci di amici e conoscenti nella chiesa vestita a festa, mentre la prima fitta di dolore percorreva la schiena e faceva tremare le gambe.
“Sale sul lettino o facciamo venir mattina?” chiese infine, gelida e arrogante, una bionda dottoressa in ospedale, scontenta del turno festivo o, forse, della vita in toto.
E mentre una forza inedita e arcana si impadroniva del suo corpo, lentamente, con tempi che parevano eterni, allora, sì, proprio allora si figurò lo sguardo della giovane di Nazaret, così diverso da quello che aveva visto mille volte dipinto sulla statua accanto la mangiatoia.
La placida fissità del presepe si animò della potenza terribile della Vita, della Vita che irrompe senza melodie edulcorate, senza ghirlande festose.
Irrompe con violenza, portandosi appresso una consolazione inattesa e inspiegabile.
Inerme, eppure potentissima, in grado di convincerti che esiste davvero, da sempre, un Bene sotteso alla fatica di esistere.
Quel tempo interminabile di spasmi, angoscia, sangue, tensione, si sciolse solo a tarda notte, quando il bolo misterioso approdò sul suo petto con gli occhi sbarrati di stupore.
Fu Natale, come mai prima di allora.
Ma che incanto!!! Delizia.
"Mi piace"Piace a 1 persona
L’autrice ringrazia di cuore! 😄
"Mi piace"Piace a 1 persona