Annebbiamenti (procedere con cautela)

Nebbia_sui_vetriNon sono ubriaco, pezzo di imbecille! Posso benissimo andare a casa!
Ma come si permette, il tizio dietro al bancone, di dirmi che è meglio aspettare? Che non mi reggo in piedi? C’è una nebbia densa come schiuma da barba, e allora? Passo la vita sui camion, tornare a casa con la mia macchinetta è uno scherzo, per me.
Certo, non ci vedo benissimo. Tutto bianco, slabbrato. Non sono completamente sicuro che la colpa sia solo dell’aria umida e vischiosa. Per quanto l’idea suoni ridicola, mi viene il dubbio che le pupille abbiano qualche difficoltà a regolare il punto di fuoco.Continua a leggere…

Pubblicità

In fuga dal grigio

In fuga dal GrigioGrigio come un fumo di scarico, sempre e solo uguale a sé stesso, si trascinava vagamente disperato verso il posto di lavoro. Giacca scura, cartella di pelle lisa in mano, una pelata dissimulata da un ciuffetto comunque prossimo alla resa, spessi occhiali a riflettere l’asfalto del marciapiedi.
Non amava pensare a cosa l’avesse portato a vivere così. Gli sembrava che nel suo passato ci fosse un ragazzino, magari non brillantissimo, ma comunque abbastanza allegro e dotato di qualche sogno e speranza. Uno che nel suo piccolo pensava persino di cambiare il mondo, trovandosi infine a non poter cambiare nemmeno l’auto.Continua a leggere…

La notte degli autolavatori barbarici

Auto di notte

Da che sto al mondo ho visto atrocità d’ogni sorta, ma nessuna mai ha eguagliato l’orrore che conobbi quella notte, la notte degli autolavatori barbarici.

Era la vigilia del mio matrimonio. L’emozione mi toglieva il sonno e così, nel pieno delle tenebre, uscii per lavare la macchina. Da lontano, l’avevo visto fare a molti, quando mi era capitato di tornare a casa dopo feste troppo lunghe.
Non sapevo chi fosse quella gente o perché si muovesse ad ore tanto insolite. Pensavo: saranno persone occupatissime, maniache delle quattro ruote. Quanto lontano ero dalla verità.Continua a leggere…

Un piccolo incidente

Traffico“Ma che cazzo hai nel cervello, i chiodi?” gridò a vene spiegate il tizio, appena dopo l’urto con l’utilitaria che gli aveva tagliato la strada.
“Cretino! Stronzo! Cretino!” replicò in contemporanea l’anziano dall’altro mezzo, all’indirizzo del pirata che aveva cercato di infilarlo con un sorpasso a destra, nonostante la freccia.
Le auto ferme in mezzo alla strada che vomitava traffico e bile, i clacson che inveivano sui due, intenti ad insultarsi pesantemente.
“Adesso mi paghi il danno, sennò ti faccio passare un guaio!”
“Ma sta scherzando? Mi è venuto addosso! Se non sa guidare stia a casa!”
Tra ruggiti e bave, i due stabilirono che bisognava chiamare i vigili. “Prima però dammi i documenti, che poi te ne scappi e mi freghi”.
Si scambiarono le patenti.Continua a leggere…

Non sarà una tragedia

To quack or not to quackL’agente si avvicina allo sportello pistola in pugno. L’autista butta un rapido sguardo allo specchietto e capisce l’antifona. Sta fermo, le mani in vista sul volante.
“Scenda dall’auto.”
Inizia a perquisirlo, mentre il compagno si mette a cercare i documenti dentro la macchina.
“Vi prego, fatemi andare… posso spiegare, è un’emergenza!”
“E cosa vuole spiegare? Che voleva suicidarsi? Si è messo a fare zigzag tra le corsie a 180 all’ora. È matto?”
“Ha ragione ma, la prego… i bambini…”Continua a leggere…

Ospite al buio

DarknessLa sera si stava seduti fuori, ai tavoli di plastica che davano sul parcheggio della piazzetta. Non c’era molta scelta, o guardavi la gente che passava o giocavi col telefono, e Amir non ne aveva uno. L’albergo era al buio: forse, per pagare la bolletta dell’elettricità, al padrone non bastavano i trenta euro al giorno che lo stato pagava per ogni immigrato. Se di notte ti scappava, andavi a tentoni o te la facevi addosso.

Un’utilitaria parcheggiò proprio lì davanti.Continua a leggere…