Grigio come un fumo di scarico, sempre e solo uguale a sé stesso, si trascinava vagamente disperato verso il posto di lavoro. Giacca scura, cartella di pelle lisa in mano, una pelata dissimulata da un ciuffetto comunque prossimo alla resa, spessi occhiali a riflettere l’asfalto del marciapiedi.
Non amava pensare a cosa l’avesse portato a vivere così. Gli sembrava che nel suo passato ci fosse un ragazzino, magari non brillantissimo, ma comunque abbastanza allegro e dotato di qualche sogno e speranza. Uno che nel suo piccolo pensava persino di cambiare il mondo, trovandosi infine a non poter cambiare nemmeno l’auto.Continua a leggere…
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La risposta che mancava
Quando era giovane, aveva tentato di conquistarla a furia di lettere. Le vergava con grafia sgraziata ma passione irripetibile, rimpinzandole di introspezione e poesia.
Non fece mai breccia nel cuore della ragazza, che però seppe cogliere il fascino delle sue parole: il fuoco che ne scaturiva le accese il desiderio di risposte altrettanto potenti. Un po’ per sfida, un po’ per affetto, ne venne una corrispondenza stupenda. Poi si persero di vista, dietro ai mille rivoli della vita.
Fino al giorno in cui Gervasio, insegnante di lettere precario, rivide Clotilde in sala insegnanti.Continua a leggere…
Solo un danno
La ragazzina stava immobile davanti allo specchio. Un istinto autolesionista la obbligava ad esaminare ogni dettaglio nella figura che aveva di fronte, dai capelli alla punta dei piedi. Non si era mai sentita più orrenda, soffriva fino alle lacrime. Ma meritava una punizione, e l’avrebbe avuta.Continua a leggere…