Humana F(iducia)

latteCammino bel bello per i fatti miei, quando incontro un tizio che chiede aiuto: i tratti da trentenne malandato dicono una povertà forse un po’ ostentata.

Deve comprare del latte in polvere speciale per suo figlio, di pochi mesi e sofferente per un odioso problema che gli fa rigurgitare qualsiasi latte comune. Essendo padre anch’io, penso non sia giusto svicolare.

Quanto costa questo latte? Trentasette euro, mi risponde con voce segnata dalla disperazione di chi non sa aiutare la propria creatura, e mostrandomi intanto una quantità di ricette mediche che, onestamente, non capisco neppur bene a cosa si riferiscano.
Per le mie finanze non si tratta certo di pochi spiccioli, ma la causa è giusta.
Va bene, gli dico, prendiamolo. Come si chiama il prodotto? Humana F, mi risponde.
Ripeto paro paro il nome al farmacista: spiacente, non ce l’abbiamo.

Esco intristito, tanto più che nel frattempo il giovane padre incita con sempre maggiore foga ad aiutarlo, per carità, tu che sei bravo.
Un minuto di dubbio, e decido come gestire la spia di diffidenza che si era accesa nel mio cruscotto mentale sin dall’inizio.
Prenota il latte, domani passerò a pagarlo io, te lo prometto. Sono sincero.
Esplode la crisi di lacrime e preghiere in ginocchio: ed oggi, ed ora cosa gli do?
Problema serio senz’altro, eppure suona stonato che a fronte di un’offerta generosa lui sembri preferire ancora gli spiccioli del subito.
Insisto inutilmente. Lo lascio, triste e scornato.

Un’ora dopo il buon Google mi rivela che nessun latte Humana F esiste al mondo.

5 pensieri su “Humana F(iducia)

  1. Questo pianeta è colmo di attori che simulano talmente bene un’emozione, che sono sicuro cominciano a provarla per davvero. Hai fatto il meglio di ciò che potevi fare, non lasciare che ripetute esperienze come questa diano spago al cinismo. Nel frattempo quell’uomo sarà ancora lì, disperandosi per il figlio che non ha e probabilmente non avrà mai.
    E a noi dispiace, per (h)umana f(ilantropia).

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  2. Vuoi ridere? L’amico che era con me quando è successo il fatto (nel racconto la sua presenza non è citata per brevità e discrezione) mi ha detto di aver rivisto l’attore in tutt’altro posto, giorni dopo, a far la stessa sceneggiata. Un’occhiataccia ed è svanito nel nulla 😀
    Hai ragione, si rischia il cinismo, ma se tutto va bene io sono fuori pericolo, non foss’altro che di cose del genere, ormai, ne ho viste accadere moltissime, e che già da un po’ ho scelto di essere come voglio essere, non come le circostanze del mondo mi vorrebbero far essere.
    Poi, per carità, magari il tizio ha davvero dei figli e, al di là dei discutibili metodi di “raccolta fondi” ha davvero bisogno. La vera lezione, la più difficile di tutte, è secondo me che un giudizio netto non possa mai essere davvero espresso. Per questo mi piace e condivido la tua ultima frase: alla fine preferisco pensare che, più che sentimenti di odio o risentimento, sia meglio indirizzare pensieri di compassione al truffatore: in un modo o nell’altro ne ha bisogno.
    (Ah, grazie per il tuo commento! :))

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  3. Capitò anche a me! (Però a proposito di un altro prodotto). Ho però imparato che è difficile sperare di far del bene se non attraverso delle specifiche associazioni, infatti non dono più nulla agli “ambulanti”.

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