“Mi scusi credo di non poterla aiutare abbia pazienza oggi va così”.
Il negoziante aveva sbottato sull’avventore prima ancora che la porta fosse chiusa alle sue spalle. Questi reagì spalancando gli occhi, e toccandosi la guancia col palmo aperto.
L’esercente temette di averla fatta grossa. “Oh beh ma no venga mi scusi, certo che posso servirla… guardi mi spiace con tutto il cuore non volevo essere aggressivo”.
L’altro abbassò la mano. Sembrava imbarazzato e un po’ spaventato.
“Ha ragione il mio comportamento è stato disdicevole… cerchi di capirmi, oggi è una giornata bruttissima… sa, i figli, quando sono piccoli danno tanta felicità ma poi crescono ed allora sono dolori penso lo sappia anche lei comunque mi creda uno si sforza di dargli un’educazione e poi arriva un amico un conoscente una compagnia e manda tutto all’aria”.
Il silenzio attento dell’avventore gli diede la sensazione di aver insperatamente trovato un essere gentile.
“Ma poi cosa la disturbo lei avrà già i suoi problemi però al giorno d’oggi è così difficile trovare un volto amico uno che sappia ascoltare…” e nei successivi dieci minuti lo travolse, senza mai rifiatare, col racconto delle sue ambasce di padre.
Finì in lacrime, la testa poggiata sulla spalla dell’involontario amico. Questi, bonario e irrigidito, gli diede qualche pacca sulla schiena, sorrise ed uscì.
Fatti pochi metri, verificò girandosi di non essere osservato e, tolta dall’orecchio una minuscola protesi, la osservò furente.
“Maledetto apparecchio, è l’ultima volta che mi tradisci.”