Master-chef Jerusalem

I tre giudici accolsero il candidato col solito misto di superbia e curiosità.

“Cosa ci cucini?”

“Un uovo”, rispose umilmente l’uomo.

Chef Arimath iniziò a sudare freddo, mentre Chef Pìla sogghignava sprezzante. Chef Kai-fah reagì con parole dure.
“Come osi presentarti a noi con una simile banalità? Sei venuto ad insultarci, per caso?”
L’indignazione del sommo maestro trasudava odio.
“No chef, io nutro il massimo rispetto per tutti voi. Proprio perché stimo tanto il vostro giudizio, volevo sottoporvi la mia scoperta”.

Lo sguardo di Chef Pìla mutò all’improvviso: si fece serio, penetrante.
“Di cosa parli? Cosa può esservi da scoprire in quegli ingredienti?”
L’uomo aveva davanti solo un uovo, un pugno di sale ed un pentolino pieno d’acqua.
“No chef, non c’è nulla da dire sugli ingredienti… ma c’è un modo per metterli assieme che produce risultati stupefacenti. Almeno, a mio modesto parere”. Chinò il capo.
Lo sdegno di Chef Kai-fah cresceva inesorabile.
“Tu vuoi prenderti gioco di noi! Bada a quel che fai, o ne pagherai le conseguenze!”
Senza dire altro, l’uomo prese un cucchiaino col quale batté delicato la parte superiore dell’uovo, fino ad asportare una parte del guscio.
Seguì poi una quantità di gesti incomprensibili e passaggi pirotecnici: il piatto era continuamente scaldato e raffreddato, salato e lavato, e chissà cos’altro.
Finalmente i giudici poterono assaggiare.
E Kai-fah prese a piangere, umiliato, mentre l’incredulità impietriva Pìla. Il solo Arimath si prostrò grato, davanti a quell’incontro tra terra e cielo.
Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...